Oratorio di San Graziano

Una graziosissima piccola chiesa romanica, edificata nel XI secolo e rimaneggiata in diverse fasi. Mantiene il fascino del luogo di sosta per viandanti e pellegrini che attraversavano le alpi. Oggi rimane nascosta e un po' soffocata dalle abitazioni di Candoglia, ma merita una visita.

Proseguendo sulla provinciale che da Mergozzo porta verso Domodossola, la prima delle frazioni che si incontra è Candoglia.
L’abitato ha origini antiche, testimoniate da un grande edificio di epoca romana imperiale e da un sacello con ara dedicata a Giove, recante l’iscrizione "IS DEI IOVI AEDEM", scoperti nelle vicinanze dell’oratorio romanico dedicato a San Graziano.

L’edificio religioso, risalente all'XI secolo, si trova nell’omonima via, immerso nel verde ai piedi della montagna dove campeggia la grande cava del duomo di Milano. L’aspetto esterno è caratterizzato da un’abside suddivisa da quattro lesene e da tre monofore a doppia strombatura, delle quali una murata.

Nel 1968 fu eseguito uno scavo nel sagrato che mise in luce un edificio a pianta rettangolare dalle dimensioni interne di metri 20 x 11, diviso in vari ambienti, distrutto da un incendio non più tardi della prima metà del IV sec. d.C. Tale edificio oggi non è più visibile; i materiali ed i disegni relativi allo scavo sono conservati presso l’Antiquarium di Mergozzo.

E' una chiesa romanica quasi sconosciuta ma di grande importanza sia per l'epoca di costruzione (alla fine dell'XI secolo), sia per il fatto di essere stata edificata su un luogo di culto già attivo in epoca celtica e romana come dimostrato dalle campagne di scavi archeologici che hanno portato alla luce anche un "sacellum" forse dedicato a Giove.
Purtroppo l'esterno dell'oratorio è stato malamente restaurato durante il 1900: a vista è rimasto solo qualche particolare dell'abside e la facciata con i due insoliti arconi a fianco dell'ingresso. Il mosaico realizzato nella lunetta è - ovviamente - recente.
L'interno è stato decisamente modificato con l'intonacatura delle pareti e la costruzione di un soffitto piano e ha perso già da tempo gli affreschi che decoravano l'abside.
Rimane da vedere solo la pala d'altare di fine 1700.